Oggi siamo sempre più abituati ad una comunicazione in modalità virtuale, ad una crescente condivisione di stati d’animo e situazioni personali e complesse. Il che ha i suoi vantaggi perché a volte la condivisione profonda consente la conoscenza, la riflessione, la solidarietà, che generano meccanismi di riconoscimento reciproco.
Sul “ritmo veloce” è tarata però anche la capacità di ascolto e di lettura e spesso mi chiedo se sia il ritmo più adeguato per una reale comprensione.
Per esempio: io sto comunicando qualcosa di importante per me con una persona (o più persone) che reputo sensibile e confido nella comprensione. Magari uso wapp o una mail o i social, per esprimere con calma e scegliendo le parole, il mio stato d’animo conseguente “a questo o quello”.
Il destinatario della comunicazione non si trova nel mio stesso tempo della riflessione, non gli è stato permesso di scegliere contenuto e tempo; il prescelto accede alla mia comunicazione usando il filtro soggettivo della sua situazione e del suo tempo. Che possono essere quelli di una persona indaffarata che ci restituisce magari una emoticon, o un contenuto disallineato… o nulla. Oppure il destinatario è una persona che ha già i suoi carichi personali e non è disponibile o pronto, “in quel momento” e con quella modalità, a dare o dire.
Essere consapevoli di come ci sentiamo e confrontarsi è molto importante, ma lo è altrettanto chiedersi se condividere con l’interlocutore scelto, “quello” stato d’animo o problema, sia il momento giusto per entrambi. Non è facile capire il momento, perché se non vengono espressi (o chiesti), non sappiamo i bisogni dell’altro e la nostra percezione è intrisa dal “nostro momento” e dai nostri bisogni.
Credo che dovremmo prenderci un piccolo spazio nel nostro tempo dandogli un “ritmo diverso”, per farci o fare una domanda, che consenta di sondare la “scelta del momento giusto” di cosa comunicare, a chi, a quanti e come.
E’ importante comunicare ed è impossibile non farlo, ma penso che inconsapevolmente diamo per scontato che soprattutto una persona sensibile e attenta ad ascoltare, lo sia sempre.
A volte comunichiamo pensando di dialogare, come se aprissimo una porta altrui senza ricordarci di bussare.
Maria Teresa Arcidiaco
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