
Se non piove, sta per piovere
Tanti studi confermano che gli ottimisti vivono più a lungo. Ma come si fa ad avere una mentalità fiduciosa in tempi di crisi?
Porto ad esempio un mio cambiamento, frutto di ripetute crisi. A posteriori riesco a vedere che il lavoro o le relazioni concluse mi hanno aiutato a trovare ciò di cui ho bisogno.
Com’è accaduto?
- focalizzandomi su ciò che posso e voglio fare
- guardando il lato che mi procura felicità, quindi facendo cose che mi piacciono, da sola o con persone importanti
- acquisendo nuova consapevolezza e assumendomi la responsabilità del nuovo da accogliere e del vecchio da cui imparare
- rendendomi conto di ciò che ho già… Diamo per scontate tante cose!
In una frase: ho cambiato posizione di ascolto di me con me, di me con gli altri
Non è stato roseo e facile, anzi. Ho avuto bisogno di ampliare la mia prospettiva, uscendo da schemi comodi. Ho faticato duramente e ho scoperto che tutto ciò non ha mai fine. E’ stupefacente constatare che più vado avanti, più mi sorprende la profondità e la bellezza dello scrigno ritrovato e la gioia nel continuare ad esplorare.
La scoperta più emozionante, malgrado potenti batoste, è stata non smettere di “praticare la fiducia”.
Se ascolti le persone con sospetto, magari perché hai una paura incompresa che non ti consente di contestualizzare elementi differenti, il tuo comportamento comporterà delle risposte che confermeranno il tuo pensiero. Se pratichi la fiducia, il potenziale meno compreso e più sottovalutato della nostra epoca, probabilmente sarai ricambiato con un comportamento responsabile e di nuovo il tuo pensiero sarà convalidato.
Nella vita lavorativa, nelle relazioni siamo chiamati ad una “missione speciale”, ossia quella di “creare fiducia” non solo come espressione del carattere (il cuore), ma anche come sviluppo e pratica tangibile di competenza (la testa). La fiducia non è qualcosa che si ha o non si ha per carattere, la fiducia si crea.
Per buona pace dei razionali, si può così avere una percezione pragmatica della fiducia. La razionalità appare comunemente come una forma di intelligenza superiore, l’eccesso però può portare alla creazione di assunti di base immutabili. Come se ci fosse un modo di prendere lo stato d’animo e lasciarlo nel parcheggio dell’automobile fuori dall’ufficio. “Stac… resta qui ti riprendo tra otto ore”. Oppure entro a casa lasciando l’altro stato d’animo seduto alla scrivania ad aspettarmi il giorno dopo.
Non solo tutto ciò non è veramente possibile ma è una concezione di ego-sistema che non funziona.
Le più moderne teorie sulla leadership ci portano verso tutt’altra direzione, ossia verso la connessione e interconnessione in un sistema in cui gli elementi interagiscono con ciò che li circonda, quindi il contesto sociale, lavorativo, spirituale. Solo così possiamo stare al passo con le sfide di cambiamento repentino della nostra epoca… in “eco-sistema”, per sentire di poter esprimere pienamente noi stessi, risvegliando la coscienza e sentendoci parte di un tutt’uno.
Chi più, chi meno… ha un conflitto interno da qualche parte, per assunti di base sul mondo che ha costruito e assume come realtà. Le persone possono vivere tutta la vita con assunti di base disfunzionali. Quando queste convinzioni vengono svelate si può agire per superare la nostra immunità al cambiamento.
Maria Teresa Arcidiaco
“ Un essere umano (…) sperimenta se stesso, le sue esperienze e i suoi sentimenti come qualcosa separato dal resto. Questa illusione è una sorta di prigione per noi, che ci limita ai nostri desideri
personali e all’affetto per le poche persone a noi vicine. Il nostro compito deve essere di liberarci da questa prigione allargando il nostro cerchio della compassione, per abbracciare tutti gli esseri viventi e l’intera natura nella sua bellezza“.
Albert Enstein
Add A Comment